Da
sempre nel mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento si e' cercato
di sottolineare
la
musica con le luci.
La
cosa maturò negli anni '60/'70 con le prime centraline di
luci sequenziali e psichedeliche.
Quest'ultime
furono un successo dilagante nelle prime discoteche proprio per il
particolare
effetto sincrono alla musica molto suggestivo per l'epoca.
In
quei casi la tecnologia diede un forte contributo all'effettistica del
momento che
viveva
spesso asincrona al contenuto musicale degli show.
Nel
corso del tempo il progresso tecnologico ed i primi scanner
a specchio mobile
aggiunsero
alla semplice modulazione della luce anche il movimento del fascio
stesso.
A
questo punto la nuova possibilità creativa modificò
la logistica di un piazzato luci
ormai
vincolato ad un nuovo disegno mobile (dettato da una particolare
esigenza
musicale).
Purtroppo
nel dilagare dell'effettistica motorizzata nacquero ulteriori
problematiche
tra musica e luce.
Come
giustificare un piazzato luci che si muove?
??
In
che contesto musicale ed artistico utilizzarlo?
Unico
punto in comune tra piazzato fisso e mobile rimane sempre il
sincronismo
musicale.
Un
bel piazzato luci fisso animato solo da dissolvenze di accensioni e
spegnimenti
avrà il suo efficace
impatto
emotivo solo se seguirà con estrema precisione la metrica del
brano
musicale da illuminare.
Quindi
un fascio di luce, a questo punto "mobile" avra' addirittura
un'esigenza
quasi coreografica
nel
contesto dello show mantenendo sempre il dovuto sincronismo musicale.
Secondo
me un adeguato legame metrico con la traccia musicale sarà
sempre la chiave di successo di un piazzato
luci,
con qualsiasi componente grafica o di movimento. Di conseguenza al
momento
della pianificazione di un effetto e'
sempre
meglio partire dall'ascolto del brano musicale, più che
risolvere
con effetti standardizzati da mode del
momento,
quasi sempre fuori luogo e scontate.
Ormai
nello show business di oggi l'immagine di un artista musicale vive in
uno
stato
poliedrico che non include solo l'espressione musicale, ma tutto un
contorno
di immagine del quale ne fa parte
anche
l'effettistica luce. Ad esempio un discografico che accompagna un
artista
in TV cercherà per logica di spiegare
al
responsabile delle luci le sue esigenze riguardo l'impronta d'immagine
da mantenere durante l'esibizione. Cosi
abbiamo
visto come l'effettistica luci deve per forza maggiore fondersi con il
brano musicale che rappresenta al
momento,
con regole di linguaggio espressivo simili a quelle di un montaggio
cinematografico.
Questo
mio breve articolo è solo uno stimolo al popolo creativo
degli
effetti a curare di più le animazioni, le loop, i
flash,
in modo musicale spendendoci quel poco tempo in più che consente
di fare una cosa fatta bene.
Mi
rammarica vedere spesso nei programmi televisivi dell'ottima grafica
luci
sminuita da
movimenti
goffi e fuori tempo o addirittura in loop automatiche.
Purtroppo
questi sono anche i danni provocati dalle leggi industriali che
dilagano
sempre di più nel
mondo
dello spettacolo, quindi tutto và fatto nel minor tempo
possibile
e nel peggiore dei modi.
A
mio modesto parere una sana anche se breve pausa luci per programmare
un
banco
con
l' adeguata cura musicale porterà un guadagno non solo per
l'artista.
Di
questi tempi poi la musica leggera (dance, hi-pop, free style etc..)
è
molto facile da seguire a livello di tempi
musicali
, quindi ci si può anche scatenare nei piazzati base ... ma
occhio
ai sinc !
La
costruzione di un disegno luce musicale per concludere si può
dividere
in varie sezioni
con
effetti diversi a secondo il momento musicale e con un finale ben
studiato
per rendere più godibile
l'eventuale
ripresa televisiva.
© Enrico Cairoli 2002