di Enrico Cairoli
Nello
stand della SGM
ho trovato un innovativo testa
mobile led e ... il solito tubo rotto !?
Scherzi a parte la mia visita
allo stand SGM aveva una meta ben precisa.
Il G-Spot
La curiosità certamente era tutta per la sua fonte luminosa
led RGB+Y da 800 Watt.
Questo spot led per le sue caratteristiche IP65 era
costretto a lavorare sotto un getto continuo
di acqua... a dimostrazione. Ecco qui la mia battuta fatta a
Giorgio Radice di SGM sul tubo rotto.
(foto 12)
All'interno
dello stand il G-Spot la faceva da padrone
con varie installazioni... anche all'asciutto.
(foto 15)
Nei totali scattati da me si nota un bello spot,
luminoso, penetrante nel fumo e con ottica di qualità.
(foto 13 e 14)
Veniamo
alle prove.
Purtroppo lo stand SGM non forniva un adeguata superficie
per testare a dovere un proiettore
ma grazie ai touchpad di comando e la pazienza di Giorgio
sono riuscito a spulciare anche questo
nuovo nato della SGM.
Come ho saputo della presenza del canale del giallo
all'interno della matrice colore di questo G-Spot
ho voluto vedere subito i colori caldi, in particolare
l'orange e il rosso (foto 16).
Solo un momento non mi sono tornati i conti, ho trovato
l'RGB ma... il giallo?
Il paziente Giorgio Radice mi ha spiegato che il G-Spot
gestisce in autonomia il dosaggio del giallo
a secondo del colore emesso. Ci sono rimasto un po male per
non aver giocato con il giallo manualmente
ma il principio di gestione scelto da SGM non fa una piega.
I risultati si vedono, stringendo lo zoom ho fatto un giallo
caldo e l'ho proiettato lontano attraverso il fumo
della mostra e... a distanza notevole.
Che dire, non solo è uscito un ottimo orange ma il fascio di
luce ha penetrato incisivamente il fumo
e illuminato visivamente il soffitto di un altro stand.
(foto 24)
Ok, il
motore luminoso mi ha convinto, ora proviamo la grafica...
dove? Sul soffitto !
Ho provato subito un bel bianco a 5600°K (foto 25), una
frost (foto 26), una grafica
complessa formata da un colore scuro (rosso), il sagomatore
e un gobo frammentato.
(foto 27)
Posso affermare che nonostante la distanza, i dispositivi
inseriti, il fumo e il colore scelto
non proprio luminoso il G-Spot si è comportato
molto bene.
Concludo il G-Spot con una mia considerazione sul sistema
stagno adottato su questo prodotto.
Il vantaggio del proiettore IP65 secondo me, non è
comodo solo quando ti piove sul palco
ma anche nel lavoro in studio, il proiettore è meno
soggetto a polvere e fumo che
rischierebbero di imbrattare filtri e lenti...
insomma meno manutenzione.
Vediamo
gli altri prodotti presenti nello stand
La strobo Q-7
(premiata in questa mostra)
Con i suoi
appena 2000 led smd RGB+W questo pannello svolge funzioni di
blinder e strobo
con intensità importante. La sua funzione wash con un angolo
di 120° lo rende adatto anche
all'illuminazione di edifici in esterno grazie anche al sua
categoria IP65.
(foto 17 e 18)
Ovviamente
ne esistono anche le versioni bianche
Q-7 W
Rimanendo
in argomento wash light led ecco
La P-2
Questo piccolo ma performante pannello (IP65) dimostrava una
luminosità e colore vivo
grazie ai suoi 18 led RGB+W da 10 Watt gestibili anche a tre
zone separate.
Il consumo massimo si aggira su i 275 Watt.
Il suo angolo di emissione può essere variato grazie alle
lenti sostituibili da 15°, 21° e 43°.
(foto 20 e 21)
Per ultimo ho scovato questo piccolo
beam led
Il G-1 Beam
Un beam led cosi piccolo e luminoso è veramente un
gioiellino.
Emette più di 60.000 lux a 5 metri (6500°K).
Il suo motore led monocromatico e la sua lente fissa da 2,8°
con fuoco motorizzato
possiede un elementare set di dispositivi per fare bene
comunque il suo lavoro.
All'interno troviamo una ruota a 19 gobos fissi, una ruota a
14 colori + bianco.
Altra cosa innovativa è che questa unità può anche
illuminare in totale autonomia grazie alla batteria
interna che lo fa lavorare senza rete per 10 ore circa (uso
medio).
(foto 22 e 23)
Questo piccolino si può
comandare anche tramite DMX Wireless.
Approfitto per ringraziare Giorgio
Radice per la pazienza dimostratami e chiedergli:
Perché sono due anni che a Francoforte vi danno lo stand
sotto quel tubo rotto?
Per
maggiori informazioni vai sul sito della
© Enrico
Cairoli 2015