di Enrico Cairoli
Lo stand della CLAYPAKY esibiva le
novità e ... un amarcord.
Il vasto
stand comprendeva un gigantesco led-wall 4K sul quale
venivano esibite le notizie tecniche
di ogni prodotto in demo.
Passeggiando
per la ClayPaky mi imbatto subito in un corpo
illuminante
che... un tuffo al cuore me lo ha provocato.
Lo SPHERISCAN (foto 13)
Rivedere un nuovo specchio mobile dopo tanto tempo può
solo fare piacere e dimostrare
che certe tipologie di corpo illuminante non muoiono
mai.
Lo scanner, secondo me, è sempre stato vincolato dalla
installazione e qui si evince il successo
e la diffusione del testa mobile. La ristretta "campana"
di movimento dello specchio mobile ha
comunque limitato alcune installazioni.
Cosa ha d'innovativo lo SPHERISCAN?
Intanto il PAN infinito!
Questo scanner possiede un movimento classico sul TILT
ma il PAN può ruotare di continuo oltre i 360°.
La rotazione continua del PAN raggiunge la ragguardevole
velocità di 280 giri / min. !!!
Possiede uno zoom 13° - 34°, molto ampio per uno
scanner, un sistema colore comprendente
un mescolatore CMY, un CTO da 2700°K a 6000°K e una
ruota colori predefiniti.
La calotta protettiva trasparente rende lo SPHERISCAN un
IP54 ma volendo la si può sostituire
con un specchio mobile con sistema classico a braccetto
tornando a IP20.
Il suo motore luminoso a scarica da 1200 Watt gli
permette di uscire con un fascio molto luminoso e
presente
nel fumo. Un utilizzo all'interno del palco della
ClayPaky è stato quello di inserire (tramite un
accessorio opzionale)
due SPHERISCAN nel pavimento con la sola testa a vista
(foto 17).
Insomma... aridatece lo
scanner !!!
Altro
prodotto novità della casa presente nello stand
Lo SCENIUS (foto 12)
Questo nuovo spot utilizza nel suo interno una nuova
lampada Osram da 1400 Watt molto performante.
La ClayPaky dichiara una resa luminosa maggiore delle
vecchie lampade da 1500 Watt e un CRI>90.
La Osram da 1400 promette anche una temperatura di
6000°K stabile nel tempo.
Lo SCENIUS secondo me può essere inserito nella
categoria dei grafici master grazie alle peculiarità
ottiche.
Ha uno zoom 8°- 55° utile sia nel live che nel
televisivo, un tracking focus regolabile dall'utente, un
sistema
colore CMY, CTO regolabile, ruota colori, due ruote
gobos rotanti, un prisma rotante, iris, frost e una
ruota animazione.
Un'attenzione al risparmio energetico, lo SCENIUS ci
permette di lavorare con la lampada in modalità 1200 W.
Altro
prodotto esposto era
Lo SHARPY WASH 330 PC (foto 14)
Questo "piccolo diavolo" lo conoscevo già e ne avevo
apprezzato le qualità.
Nella versione PC il piccolo wash lavora con un'ottica
piano-convessa.
Il sistema ottico montato, ovviamente ci fornisce tutti
i vantaggi del sistema PC.
Passando ad uno zoom più stretto (7°- 43°) si guadagna
in luminosità traslando il piccolo 330
in categoria "1000" e dandoci la possibilità di lavorare
a distanze maggiori.
Approfittando della lente PC ClayPaky ha inserito nel
330 un ovalizzatore rotante per adattare
la proiezione a tutte le geometrie da colorare.
Completa la dotazione il sistema colore CMY, la ruota
colori, due tipi di frost e un dimmer morbido.
Ultimo prodotto visto è stato
il MYTHOS (foto 16)
Visto
all'opera nelle prime versioni nello studio 5 RAI della
Dear ha dimostrato subito il suo carattere
da grafico per tutte le distanze.
Partendo dalla performante lampada a scarica MSD
Platinum da 470 Watt (7800°K) la ClayPaky ha realizzato
un multifunzione che può lavorare dal fascio beam di
soli 2,5° ai 55° in modalità spot grazie alla
lente frontale da 160 mm.
La sua forma inconfondibile dichiara una serie di
dispositivi che richiedono i loro spazi.
A bordo troviamo una ruota a 6 gobos rotanti, una ruota
a 18 gobos fissi (compresi i bolli per il beam),
doppia
ruota animazione, doppi prismi e un filtro frost per la
funzione wash.
In argomento colore abbiamo un mescolatore CMY a ruote,
3 ruote colori predefiniti , CTO e CTB.
Insomma un testa mobile che grazie alla sua ottica ci
permette di lavorare a tutte le distanze senza sfigurare
in mezzo ad altri prodotti con lampade più potenti (foto
19).
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© Enrico
Cairoli 2015